Lina Bo Bardi

Al secolo Achillina Bo (Roma, 5 dicembre 1914 – San Paolo, 20 marzo 1992), Lina Bo Bardi è un’architetta italiana trasferitasi poi in Brasile, portavoce della rilevanza sociale e culturale dell’architettura e del design. Una volta ottenuta la laurea in architettura all’Università di Roma, si traferisce a Milano dove inizia a lavorare nello Studio Bo e Pagani a fianco di Gio Ponti. Allo stesso tempo scrive per la rivista “Lo Stile – nella casa e nell’arredamento” e, nel 1942, apre il suo studio personale, la cui attività tuttavia non decolla a causa dell’imminente guerra. È così che Lina intraprende la carriera di illustratrice per diversi giornali italiani come Grazia, Stile e Illustrazione Italiana, per poi diventare la vicedirettrice di Domus. La sua indole intraprendente la guida verso l’adesione al Partito Comunista Italiano e sempre grazie al suo spirito spavaldo le viene affidato inoltre il compito di documentare la situazione di un’Italia distrutta post guerra, affiancata da Carlo Pagani e dal fotografo Federico Patellani. Insieme a Pagani e a Bruno Zevi fonda invece il magazine “A – Attualità, Architettura, Abitazione, Arte in Milan (A Cultura della Vita)” e partecipa anche al primo meeting nazionale per la ricostruzione di Milano. L’anno di svolta, però, è il 1946 quando, dopo essersi sposata con il critico d’arte e giornalista Pietro Maria Bardi, si traferisce in Brasile dove ricomincia la sua carriera come architetta. Qui si lascia influenzare dalla cultura popolare e fonda con il marito Habitat, una rivista che vuole promuovere l’idea dell’ambiente interno quale habitat progettato per massimizzare lo spazio vivibile. Uno dei suoi più grandi progetti è la “Casa de Vidro”, casa di vetro, progettata nel 1951 come sua abitazione personale, dove attraverso una struttura in vetro e cemento armato vuole creare il giusto dialogo tra la cultura brasiliana e il modernismo italiano. Due dei suoi progetti più importanti sono senza dubbio il Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand, la cui architettura ardita è diventata simbolo iconico della città e il più recente centro culturale Vera Cruz. Uno dei più grandi riconoscimenti, purtroppo postumo alla sua morte avvenuta nel 1992, è il premio Leone d’Oro alla Memoria conferitole quest’anno da Hashim Sarkis, curatore della 17ª edizione della Mostra Internazionale di Architettura. 

di Camilla Rota e Francesca Sinagra