Mirella Bentivoglio

Mirella Bentivoglio (1922, Klagenfurt, Austria – 2017, Roma) è stata una poetessa e artista verbo-visiva. Grazie ai suoi genitori Margherita Cavalli e lo scienziato Ernesto Bertarelli, riceve un’educazione multilinguistica, studiando nella Svizzera tedesca e in Inghilterra, conseguendo diplomi di Proficiency in English nelle Università di Sheffield e Cambridge. Nel 1949 sposa il docente universitario di Diritto Internazionale Ludovico Matteo Bentivoglio.

Nella prima fase della sua sperimentazione letterale artistica, è autrice sia di pitture a olio, sia di libri di poesie in italiano e in inglese. Questa fase iniziale sarà la base su cui fonderà il suo interesse per l’uso congiunto del linguaggio verbale e dell’immagine, che la porteranno a legarsi ai movimenti verbo-visivi delle neoavanguardie artistiche internazionali della seconda metà del ventesimo secolo, diventandone una protagonista. 

Nel 1968, consegue l’idoneità all’insegnamento di Estetica e Storia dell’Arte nelle Accademie italiane. Usufruisce di borse di studio e di ricerca presso il Salzburg Seminar for American Studies (1958) e il Getty Institute di Los Angeles (1997). Dalla pratica della Poesia Concreta, della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale, che hanno segnato il suo ingresso nella sfera delle nuove sperimentazioni, dagli anni Sessanta in poi, passa a una personale forma di poesia-oggetto.

Dagli anni Settanta in poi, inizia a sperimentare e ad esplorare i linguaggi della performance, della poesia-azione e della poesia-environment, allestendo grandi strutture simboliche di matrice linguistica sul suolo pubblico (tra cui il celebre Ovo di Gubbio). La sua attività critica e organizzativa sarà orientata fin dagli anni Sessanta, anche verso il mondo femminile, sarà infatti la prima in Italia, ad organizzare mostre internazionali, che sono diventate un riferimento fondamentale per il tema di genere.

Per questo oggi le viene riconosciuto un ruolo decisivo e illuminante nel campo dell’arte contemporanea come animatrice e curatrice di esposizioni dedicate all’arte femminile. In particolare, cura e realizza, per la 38esima Biennale di Venezia (1978), la mostra Materializzazione del linguaggio ai Magazzini del Sale, che accoglie esclusivamente opere di artiste donne, e che rappresenta a tutt’oggi un unicum emblematico del lavoro delle artiste di quegli anni, intenzionate a rivendicare un loro ben definito spazio creativo “al femminile” nella seconda metà del Novecento.

A Mirella Bentivoglio sono stati assegnati numerosi premi, sia per la sua attività poetico e artistica, sia per quella critica e organizzativa. L’importanza Mirella Bentivoglio ha dato alla condivisione, si può risontrare anche nella sua storia più recente: nel 2011 ha donato la sua ricca collezione-archivio di arte al femminile, al “Mart” (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto).

Mirella muore a Roma nella primavera del 2017. A un anno dalla sua scomparsa, si è tenuta una giornata di commemorazione in suo onore alla Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele di Roma, che ha presentato il fondo a lei intitolato (donato alla Biblioteca dalle sue tre figlie, Marina, Leonetta e Ilaria). Il fondo contiene volumi, cataloghi di mostre e svariati materiali della sua vasta biblioteca-archivio. 

Nel 2019 è nato in rete l’Archivio Mirella Bentivoglio, con lo scopo di promuovere e valorizzare il suo lavoro. Nello stesso anno, il 14 maggio, è stato inaugurato un nuovo luogo espositivo per Mirella Bentivoglio all’interno dell’itinerario Spazi900, realizzato all’interno della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. L’ambiente intitolato a Bentivoglio, che ospita l’esposizione permanente di alcune tra le sue opere, figura accanto a spazi dedicati ad autori quali Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante e Italo Calvino. 

di Margherita Strada

Mirella Bentivoglio fotografata da Ruggero Passeri
Mirella Bentivoglio fotografata da Dino Ignani